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L’istituto Calleri di Pachino assieme ad UniCt e Casa di reclusione di Noto in un progetto di ricerca e reinserimento sociale

Unict e istituto “Calleri” di Pachino hanno festeggiato la collaborazione con un incontro animato dagli studenti detenuti nella Casa di reclusione netina

Quasi una festa accademica in piena regola quella che si è svolta lo scorso 14 dicembre, negli spazi dell’Area Educativa della Casa di Reclusione di Noto, grazie all’iniziativa congiunta della Direzione della struttura penitenziaria, del dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania e del Polo Universitario penitenziario del Distretto di Catania e dell’istituto d’istruzione superiore “Paolo Calleri” di Pachino.

Un appetitoso pranzo a buffet preparato dagli studenti detenuti iscritti al “Calleri” con la guida dei docenti dell’istituto pachinese ha fatto da cornice alla presentazione multimediale da parte di due studenti detenuti iscritti al corso di studio in “Scienze e tecnologie per la ristorazione e la distribuzione degli alimenti mediterranei”, di una brillante ricerca sulla qualità e la sostenibilità dei prodotti alimentari, a beneficio dei loro professori, ma anche dei ‘maturandi’ iscritti al Calleri, come attività, oltre che di inclusione, di orientamento per chi, in futuro, volesse cogliere l’opportunità offerta dal Polo universitario penitenziario dell’Università di Catania (a Noto vi sono anche detenuti iscritti a Scienze motorie, Giurisprudenza e Ingegneria industriale). Tutti gli studenti, è stato ricordato, seguono con grande interesse ed impegno le lezioni universitarie con il supporto di tutor e volontari, sostenendo i relativi esami.

Per l’Ateneo catanese era presente una nutrita delegazione, accolta dalla direttrice Elisabetta Zito e dalla referente dell’Area Educativa del Carcere Daniela Di Falco e inoltre dalla dirigente scolastica del ‘Calleri’ Barbara Nanè, e composta dalla referente del Polo Teresa Consoli, dalla professoressa Daniela Ferrarello, referente del Di3A per il Pup, dalla presidente del corso di studi Cinzia Randazzo, dai tre studenti Edoardo Liotta Giacomo Fazio e Brian Bordonaro che hanno collaborato alla predisposizione del menu, dai tutor Giuseppe Pappalardo e Gaia Garaffo, Antonino e Silvia Cerruto.

«E’ un’iniziativa che promuove l’adozione di comportamenti sani all’interno delle strutture penali – ha rimarcato la direttrice Zito, visibilmente soddisfatta -, grazie al talk informativo predisposto dagli studenti tutti hanno potuto ricevere indizioni sulla corretta alimentazione e su come evitare scarti e sprechi. Un’esperienza da replicare, anche su altri temi». «Il Polo universitario penitenziario – ha aggiunto la prof.ssa Consoli, in rappresentanza dell’Ateneo catanese – può avere successo se, oltre a potenziare la collaborazione tra le diverse istituzioni, riusciamo ad alimentare l’impegno e l’entusiasmo delle persone. Il percorso universitario rappresenta senz’altro per tutti gli studenti in regime di restrizione una valida occasione di riscatto sociale». «Con lo studio ho veramente capito di possedere grandi doti e capacità che non sapevo di avere – ha commentato uno dei due universitari detenuti -, per questo mi sento di ringraziare la direttrice e lo staff dell’Istituto penitenziario che mi hanno permesso di intraprendere questo percorso che mi permetterà di fare tanto nella vita, senza delinquere, e tutti coloro che mi stanno vicino, augurandomi un buon cammino».


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