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Fronterrè critica dopo il voto a Pachino: “attaccata mia madre, sbeffeggiata mia figlia”

L'ufficio Elettorale conferma i 10 voti di distacco

Con una lunga e sentita lettera aperta alla “sua” città, Barbara Fronterrè prende posizione dopo i risultati del turno di ballottaggio. Lo fa annunciando quali saranno adesso i prossimi passi suoi e della sua coalizione, lo fa elencando alcuni episodi che si sono verificati durante la campagna elettorale, lo fa anticipando il massimo impegno in aula e, soprattutto, parla – scrive – con “amore e riconoscenza”.

“Cari tutti – comincia la lettera aperta – l’ufficio centrale ha chiuso le proprie verifiche, confermando la mia sconfitta per 10 voti. Una differenza dello 0,12% che dice chiaramente una cosa: al di la’ dei numeri in Consiglio, nella nostra città non ci sono una maggioranza e un’opposizione. Ci sono due maggioranze. Chi ha vinto, per una famiglia riunita a pranzo, dovrà tenerne conto: e dovrebbe cominciare isolando vecchi e nuovi odiatori seriali, chi insinua e chi mente. Infatti, le responsabilità della vittoria sono ben piu’ gravi e pesanti delle parole e delle analisi di chi perde. Se vi sono elementi validi per un ricorso da parte mia, potrà essere valutato legalmente solo a documentazione acquisita. Di certo non mi avventurerò in ricorsi temerari, per il bene mio e della città che mi ha mostrato amore e fiducia”.

“Abbiamo condotto – prosegue – una battaglia elettorale e politica storica, siamo arrivati quasi a sconfiggere un sistema di potere vecchio e sclerotizzato, ma evidentemente ancora capace di rigenerarsi. Pachino merita di sapere se questo sistema influisce sulla libertà nella formazione del consenso e nel voto. Lo merita chi vince, perché’ non devono esserci ombre sulla vittoria. E lo merita sopratutto chi perde, perché’ non deve esserci il dubbio di aver giocato una partita truccata”.

Poi un passaggio sul punto di vista e l’impegno personale in campagna elettorale. “Consentitemi adesso di dare alle mie parole il colore della vita personale. Ho gestito la campagna elettorale da persona perbene e sfido chiunque a trovare una mia parola o rigo che attacchi l’avversario e la sua famiglia sul piano personale. Ho esercitato un controllo ossessivo anche sulla mia squadra e sui candidati. Di contro, e’ stata attaccata mia madre 75enne, a urne aperte. Mia figlia, una ragazzina di vent’anni, e’ stata sbeffeggiata davanti ai seggi da un branco di uomini (alcuni siederanno a rappresentare la città) Altri episodi, ancora piu’ gravi, non possono essere argomento social. Fatico a credere che chi ha avvallato e usato queste modalità possa pacificare Pachino”.

La chiusura è sull’impegno politico, in aula ma anche fuori.  “In questi mesi sono entrati in scena personaggi da romanzo: legulei moralmente falliti e anime nere, intriganti, affaristi col cartellino del prezzo sul petto. Ma anche tanta gente generosa, appassionata, sincera: cittadini, elettori, ragazzi, tante donne (perché voi, donne di pachino, siete state le mie fate madrine). Lavorerò’ per darvi una casa politica. Sarò la vostra voce in Consiglio comunale, dove sarò il primo consigliere comunale della storia con gli stessi voti del sindaco! Infine, voglio sopratutto ringraziare con commozione i miei elettori e i miei sostenitori. Solo il pensiero della vostra delusione mi ha fatto piangere, mai il senso della mia sconfitta, che non ho. Non mi sono candidata per ambizione ma per le mie idee: continuerò a servire la mia terra, lavorando perché nascano altri difensori della città e delle nostre speranze con amore e riconoscenza”.


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