Un paio di “se” e qualche “ma”, ma anche la sensazione di un voto disgiunto il cui delta è quasi impercettibile, fatta ad eccezione di un candidato, andato ben oltre 350 preferenze rispetto al totale delle liste.
L’analisi del voto a Pachino dopo il primo turno delle Amministrative, che ha sancito il ballottaggio tra la candidata Barbara Fronterrè e il candidato Peppe Gambuzza, lascia in dote più di qualche spunto curioso. A partire da un vecchio (non troppo) ricordo: nel 2021 Fronterrè e Gambuzza correvano dalla stessa parte, ma questo non bastò per contrastare l’ascesa di Carmela Petralito. Entrarono entrambi in Consiglio comunale, poi è andata come tutti ricordano.
Voto disgiunto. Impercettibile, verrebbe da dire. Ma solo guardando i numeri restituiti dalla Regione Siciliana, perché a dire il vero bisognerebbe andare a spulciare bene e capire come i voti sono stati espressi. Magari qualcuno ha votato solo per il sindaco, e quindi non si tratterebbe di voto disgiunto in questo caso. Il candidato che “vale” più delle sue liste è Peppe Gambuzza: 3.508 le sue preferenze, 3.143 i voti delle sue liste. Anche Fortunato “vale” di più delle sue liste: 2.692 per il candidato di Fratelli d’Italia contro i 2588 voti delle sue liste. “Vale” di meno, ma di appena una cinquantina di voti, Barbara Fronterrè rispetto alle sue liste: 4.082 preferenze contro 4.122 voti totali delle liste. Sembra più una questione fisiologica. Chiudono l’analisi Ricupero (585 preferenze a lui, circa 30 in meno alla sua lista), e Metallo (310 voti per lui, circa 120 in meno per la sua lista).
Le alleanze funzionano? Pachino come laboratorio politico? Sì e sì. Le “insolite” alleanze hanno fatto bene a Fronterrè e Gambuzza. La prima si è smarcata dal Pd e se ne è portata dietro una parte, ha aderito ad Azione (che non ci ha pensato due volte a darle il benvenuto), ha poi aggregato l’Mpa e la Nuova Dc e una parte di civismo. Gambuzza, invece, è movimento civico (Rinascita) ha incassato il sostegno di Forza Italia e poi di Sud chiama Nord di Cateno De Luca. E se la giocheranno al rush finale. Il dato su Fortunato, invece, può prestarsi a diverse interpretazioni, ma se è vero che non sono bastati ad arrivare al ballottaggio, 2.692 voti non possono essere certo “dimenticati”. Così come gli oltre 500 e passa di Ricupero, che ci ha messo faccia e cuore, ha superato il quorum (ma non è detto entri in Consiglio comunale) e i 300 circa di Di Raimondo Metallo.
Sì, ma chi ha vinto e chi ha perso? Tutti e nessuno, verrebbe da dire. E allora per non fare torto a nessuno, proviamo ad andarci in punta di penna o di tastiera. Così se a Giordano Di Raimondo Metallo va riconosciuto l’impegno e comunque 100 voti in più rispetto alla sua lista, dalle parti di Emiliano Ricupero, che lunedì pomeriggio ci ha messo la faccia (e anche qualche pasticcino gentilmente offertoci al termine della lunga diretta), meglio guardare al bicchiere mezzo pieno, vale a dire il quorum raggiunto, invece di guardare a quello vuoto (non è detto che basti per entrare in Consiglio) e di interrogarsi su quello che sarebbe stato se fosse andata in un’altra maniera, restando in quel campo progressista di cui comunque fa parte, con (o meno) un ruolo importante nell’eventuale coalizione. Che doveva essere con Barbara Fronterrè. Non lo diciamo noi, perché non siamo nessuno per poterlo dire, ma lo dicono i mesi precedenti al voto. Siamo poi sicuri che Sebastiano Fortunato abbia perso? O semplicemente non abbia vinto? In entrambi i casi, però, la sensazione è che il Centrodestra non unendosi abbia rimandato tutto al secondo turno, con Gambuzza che soddisfatto raccoglie quasi 300 voti in più rispetto alle liste, aprendo le braccia a futuri accordi su quello che alla fine è stato un nome giusto. Così come una figura giusta si è rivelata Barbara Fronterrè. Altrimenti non sarebbe la preferita al primo turno e quindi il candidato da superare.
Sì, ma chi ha vinto e chi ha perso? (parte seconda, edizione partiti e deputati di riferimento). Peppe Carta e Riccardo Gennuso sì, Eddy Bandiera ni, perdono Luca Cannata, Carlo Auteri e Tiziano Spada. Si rivede Azione e attenzione alla Nuova Dc, non va sottovalutata, mentre sorride Giovanni Cafeo. Mpa e Forza Italia non possono che sorridere, anche se tra due settimane è in arrivo una resa dei conti tra alleati a Palermo. Edy Bandiera con ScN sarà al ballottaggio, ma non avrà alcun seggio in Consiglio comunale. In Fratelli d’Italia pochi sorrisi e molto amari: buono il risultato della lista, ma non esserci al ballottaggio è una macchia nel curriculum degli ultimi anni. Soddisfatto Giovanni Cafeo: la Lega aveva scelto Fortunato ma è l’unica lista di quella coalizione a non aver superato il quorum mentre lui (e il suo gruppo) si era spostato verso Gambuzza. Il Pd: le stampelle non hanno impedito a Tiziano Spada di esserci lunedì pomeriggio durante lo spoglio. Forse andava gestita meglio l’intera campagna, ma le dinamiche locali non sono mai uguali a quelle regionali.
In tutto questo, all’appello mancano i 5 Stelle: una volta esprimevano un candidato a sindaco, in questa nemmeno la lista. Per loro una campagna elettorale da osservatori. Solo quello.
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