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Espulso dal partito ma Emiliano Ricupero non ci sta: “ho presentato ricorso alla commissione regionale di garanzia del Pd”

"La sensazione è che questa più che una decisione fondata sull'applicazione dello statuto e dei regolamenti, sia una “vendetta” politica perpetrata in danno di Ricupero e del suo gruppo", dice l'avvocato che lo affianca Sergio Campisi

“Nella giornata di ieri abbiamo presentato ricorso tramite l’Avv, Sergio Campisi del foro di Catania alla commissione regionale di garanzia del Partito Democratico. Quello che è avvenuto nella commissione provinciale di garanzia è un grave precedente in cui la politica è stata messa da parte, le regole modellate e plasmate a seconda del proprio piacere in cui l’uno vuol distruggere l’altro per mera vendetta e capricci personali, dettati dai personalismi in barba ad ogni grammatica politica. La sensazione è che questo atteggiamento distruttivo non intende fermarsi, ma nemmeno io intendo farlo. Se c’è da combattere per un briciolo di giustizia sono in prima fila, gli atteggiamenti da bulli della politica li rimando al mittente che si compiacessero di quello, sono fiducioso nella commissione di garanzia regionale in cui non vi saranno personaggi che tentano di influenzare a loro comodo”. Lo dice Emiliano Ricupero, ex consigliere comunale del Partito Democratico a Pachino e al centro di una vicenda che lo vede espulso dal Pd dopo quanto successo alle amministrative del 2024 proprio a Pachino, quando prima corse da solo e poi decise di sostenere la candidatura di Peppe Gambuzza, candidato con Forza Italia, Rinascita Pachino e Sud Chiama Nord. 

Ora il ricorso, spiegato e commentato dall’avvocato Sergio Campisi. 

“Ho appreso con profondo stupore la decisione della Commissione Provinciale di Siracusa – spiega – stante l’assoluta infondatezza delle accuse mosse nei confronti del Ricupero. Ricordiamo che il PD di Pachino non ha partecipato alle elezioni amministrative e, dunque, non può mai applicarsi la sanzione che è stata comminata ad Emiliano. Si tratta comunque di una decisione palesemente erronea ed illegittima sia da un punto di vista formale che sostanziale. Infatti la Commissione di Garanzia da un lato, al fine di raggiungere il numero minino dei componenti per la validità della seduta, è stata costretta a far risultare presente un componente che aveva l’obbligo di non intervenire ai lavori della Commissione. (Risultava presente un membro del circolo di Pachino, che per quanto espressamente statuito dalla Commissione Nazionale di Garanzia, non poteva assolutamente intervenire ai lavori)”.

“Dall’altro – continua ancora l’avvocato Campisi – lato la Commissione al fine arrivare in tutti i modi a sanzionare Ricupero, fonda la propria motivazione sui fatti accaduti fino alla data 08.03.2024, deliberatamente ignorando tutti i fatti e le vicende che si sono susseguite e, fra questi, la decisione della Direzione Regionale del 22.03.2024, che vietò l’uso del simbolo PD per le elezioni del Comune di Pachino ed il divieto di quest’ultimo di di allearsi con coalizioni in cui fosse presente la Democrazia Cristiana. Inoltre la motivazione del provvedimento di espulsione si fonda sulla presenza di una lista civica “Pachino Democratica”, che secondo quanto affermato dai Garanti sarebbe stata approvata dal Partito Democratico. Ciò non corrisponde assolutamente al vero! Infatti dopo il divieto dell’utilizzo del simbolo, nessun organo del Circolo (segreteria, assemblea o direttivo) è stato riunito per poter deliberare l’approvazione della detta lista o di qualsiasi altra lista.

“La sensazione è che questa più che una decisione fondata sull’applicazione dello statuto e dei regolamenti, sia una “vendetta” politica perpetrata in danno di Ricupero e del suo gruppo, da alcune persone che per arrivare a ciò, non hanno avuto scrupoli a calpestare lo Statuto del Pd, le norme e lo stesso regolamento delle Commissioni. Per tali ragioni siamo sicuri che davanti la Commissione Regionale questa decisione verrà certamente ribaltata. A quel punto chi si è macchiato di tale infame atto, ne dovrà pagare le conseguenze in ogni sede”, conclude poi fiducioso l’avvocato.


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