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Operaio morto sul lavoro a Portopalo, la famiglia: “solare e premuroso, che si faccia di più per la sicurezza nei cantieri”

La salma del povero Mattia, che lascia un bambino di quasi 3 anni e una compagna, si trova in questo momento all'Umberto I in attesa dell'autopsia

“Mio fratello era una ragazzo solare, divertente, un padre di famiglia premuroso e un instancabile lavoratore. Il suo ricordo sarà per sempre vivo, che la sua morte assurda serva a cercare di fare di più quando si parla di sicurezza su lavoro”. C’è tanta incredulità nella famiglia di Mattia Virgona, l’operaio di 27anni originario di Catania morto in un incidente sul lavoro in un cantiere aperto sulla Portopalo-Pachino. Il fratello Marco, molto conosciuto a Noto dove era arrivato proprio con gli altri fratelli da circa un decennio rilevando un tabacchino in pieno centro, dall’altro ieri non si dà pace. Così come tanti amici del fratello rimasti increduli nell’apprendere la tragicità della vicenda.

Vicenda su cui la Procura di Siracusa ha aperto un fascicolo, titolare dell’indagine è la pm Federica Zambon e rilievi affidati alla Polizia, ai Nictas e allo Spresal. Tanti i punti poco chiari delle triste incidente: Virgona lavorava per una ditta incaricata da Enel di svolgere alcuni lavori sulla provinciale che collega Portopalo e Pachino quando sarebbe rimasto schiacciato da un mezzo pesante.

La salma del povero Mattia, che lascia un bambino di quasi 3 anni e una compagna, si trova in questo momento all’Umberto I in attesa dell’autopsia. L’incarico dovrebbe essere affidato lunedì mattina, poi l’esame nei giorni successivi e la riconsegna del corpo dello sfortunato operaio alla famiglia per l’ultimo saluto.  Famiglia che vuole che il ricordo del 27enne possa servire a migliorare le condizioni di sicurezza nei cantieri di lavoro.

 

 


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