In un circolo Pd che per forze di cose dovrà cercare un dialogo esterno con le altre forze progressiste e civiche per una coalizione competitiva in vista delle amministrative di primavera, il problema resta il dialogo interno. Così, in una calda mattinata di fine settimana succede che nel giro di pochi istanti le decisioni comunicate a seguito della riunione del direttivo di ieri sera siano completamente diverse, confermando un’evidente e mai sopita spaccatura al suo interno. E a prescindere dalle visioni, dalle rivendicazioni e da chi abbia ragione o torto, la spaccatura resterebbe nei numeri, a prescindere.
Infatti, mentre il circolo locale annuncia di voler convergere su Barbara Fronterrè – nel frattempo passata ad Azione e indicata dallo stesso partito di Calenda come candidata a sindaco, forte di 7 voti (su 13 presenti, attenzione a questo numero perché sarà importante nel proseguimento dell’articolo) – e lancia in rete un post sulla propria pagina Facebook, l’area vicina al deputato regionale Pd Tiziano Spada dice tutt’altro. Vale a dire che “la maggioranza del direttivo Pd indica Emiliano Ricupero come candidato a sindaco”, dicono gli stessi membri del direttivo del circolo dem cittadino. Perché maggioranza? Perché i componenti del direttivo nella sua interezza sono 15, ma solo in 13 erano presenti ieri sera. Ai due assenti sarebbe stato “impedito di partecipare e votare, non considerando la valida partecipazione in via telematica e la votazione per delega”. Con i due assenti, dunque, sarebbe finita 8 a 7 per, chiamiamola così, la mozione Ricupero. E dunque l’esito del voto sarebbe stato diverso.
Ed è subito scattata la corsa alla rivendicazione e al racconto di quanto successo ieri sera a Pachino. L’area di Spada sembra voler tirare dritto: Ricupero candidato, con il mandato di creare una coalizione a suo sostegno. “Emiliano Ricupero è il candidato a sindaco indicato dalla maggioranza del direttivo cittadino del Partito Democratico”, tagliano corto, raccontando però anche cosa sia successo giovedì sera. “La riunione del direttivo, tenutasi nella serata di giovedì, è stata caratterizzata da un clima ostile – aggiungono -. Duole sottolineare l’atteggiamento del segretario cittadino Giancarlo Barone che ha impedito a due membri su quindici di partecipare e votare, non considerando valida la partecipazione in via telematica e la votazione per delega. Proprio in ossequio ai principi democratici, e nel rispetto delle scelte, la maggioranza del direttivo del PD ha sottoscritto un documento che vede la candidatura di Emiliano Ricupero a sindaco della città”. Tra i firmatari, oltre allo stesso Ricupero, vi sono Sebastiano Di Pietro, Mariantonietta Firrinceli, Andrea Iacono, Salvatore Arfo, Sebastiano Gradante, Fabrizio Cultrera e Maria Cristina Bongiovanni.
Toni decisamente diversi, invece, nel post pubblicato sulla pagina Facebook del circolo locale del Pd e firmato del segretario Giancarlo Barone. “Il direttivo – si legge – votando a maggioranza dei presenti, ha deliberato di accogliere l’appello espressamente fatto, in tal senso, al Partito Democratico – Circolo di Pachino ed a tutto l’arco progressista, da parte di Barbara Fronterrè, candidata dal gruppo Azione e dalla sua rete civica di Pachino Crede e Free Pachino, unendosi a quel tavolo di coalizione e riconoscendole il pieno diritto a rappresentare gli elettori che l’hanno decretata seconda più votata dopo la sindaca Petralito alle passate elezioni di appena due anni fa”.
Due punti di vista diversi, dunque, per due strade completamente diverse. E la sensazione che non sia ancora finita e che probabilmente toccherà ai vertici provinciali e regionali sciogliere la matassa. Ammesso che lo si voglia.
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