Un convegno di due giorni per discutere di inclusione negli ambienti di lavoro, prospettive future e lavoro di squadra. E sono emersi punti di vista ed esperienze positive in tal senso. Di questo si è discusso nel convegno dal tema “Insieme per l’inclusione”, la persona con disabilità come valore aggiunto nel mondo del lavoro”, organizzato dall’Agape in collaborazione con Ispal (Istituto superiore di politiche del lavoro) e la diocesi di Noto.
Numerosi e anche diversi tra loro i contributi esposti durante i lavori all’ex Cinema Diana.
“La legge rende obbligatoria l’assunzione di disabili – ha dichiarato Anna Rita Marchese, psicologa di Agape – ma purtroppo vengono registrati casi di aziende che preferiscono perdere il pagamento di sanzioni purché rispettarla e integrare lavoratori con disabilità. Eppure, dai dati presentati emerge che “nelle aziende in cui vengono assunti disabili – ha continuato Marchese, emergono ripercussioni positive sul lavoro di squadra”.
Patrizia Tomaselli, di Ispal di Siracusa, ha invece parlato della disabilità come “arricchimento e valore aggiunto nell’azienda. Dopo il periodo pandemico c’è maggiore attenzione nel mondo della disabilità. Esistono tanti incentivi per l’assunzione dei disabili. Gli strumenti ci sono, noi associazioni dobbiamo uscire dalla fase dell’assistenzialismo e portare avanti assieme agli enti pubblici progetti di coprogrammazione finalizzati all’inclusione sociale e lavorativa dei disabili”.
Giuseppe Vassalli, presidente dell’associazione Agape, ha detto che “Purtroppo registriamo ancora marginalità nella vita sociale per i disabili, ma noi da 40 anni ci impegniamo perchè queste persone, assieme alle loro famiglie, vivano una esperienza nuova che è quella dell’inclusione sociale. E non può prescindere dall’inserimento nel mondo del lavoro”. Per don Paolo Catinello, direttore Caritas Diocesana e dell’ufficio diocesano Pastorale sociale e del lavoro di Noto “Dove ci sono buona volontà e una comunità credente che si lascia interpellare, le barriere spariscono e il disabile trova la centralità all’interno della vita comunitaria. Dove si cercano scorciatoie di altro tipo il disabile può essere visto come un fastidio”.
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