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Pachino, la dolce mustata diventerà prodotto agroalimentare tradizionale (Pat)

Verso un protocollo d'impegno

Oltre 500 anni e non sentirli. La Mustata, antico dolce siciliano, a Pachino continua ad essere tramandata fino al giorno d’oggi, con un sogno nel cassetto: diventare ufficialmente Prodotto Agroalimentare Tradizionale, riconosciuto dal Mipaf (ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali) e istituito ai sensi dell’ art. 8, comma 1 del D.lgs n.173 del 1998. Venerdì 22 settembre alle 18,00 – durante la terza edizione della Festa della Vendemmia – il presidente dell’associazione Vivi Vinum Pachino Walter Guarrasi e il sindaco del Comune di Pachino Giuseppe Gambuzza firmeranno il protocollo d’impegno per avviarne il riconoscimento, affinché venga introdotta nel registro dei PAT.

«Stiamo codificando la ricetta storica della Mustata – spiega lo storico Luigi Lombardo – è un prodotto agroalimentare e culturale ottenuto dalla lavorazione del mosto: un derivato del vino la cui origine è antica, risale al ‘400. Si prepara solo ed esclusivamente nella stagione della vendemmia in un contesto geografico specifico, coinvolge la comunità e le famiglie del territorio di Pachino in un rituale che si ripete e viene trasmesso da secoli di generazione in generazione». «Valorizzando questo dolce – spiega Walter Guarrasi – riconosciamo e manteniamo integri la nostra identità, il rituale di preparazione e l’antica ricetta, consegnandoli fedelmente alle generazioni del futuro. Per prepararla usiamo il “mosto primofiore”, ovvero il succo d’uva appena spremuto: i metodi di lavorazione e gli ingredienti sono stati tramandati nel tempo, occorre una paziente cottura fino a quando – dopo accurati test e assaggi in famiglia – il cucchiaio di Mustata, versato sulla formella rigorosamente di ceramica, con un soffio si stacca da quest’ultima. Quando è pronta per tradizione la mangiamo subito, calda, circondando il pentolone. In alternativa si può anche degustare fredda, la lasciamo riposare nelle storiche formelle, poi la serviamo a tavola e la conserviamo per il Natale, quando con un nuovo rituale diventerà un ingrediente della tradizionale preparazione dei Cuddureddi Cini».

La terza edizione della Festa della Vendemmia a Pachino si svolgerà dal 20 al 22 settembre nella Piazza Pietro Nenni a ridosso della storica Stazione del Vino di Pachino. Venerdì 22 settembre, durante la giornata della firma del protocollo sarà coinvolto anche il maestro ceramista Enzo Forgia, che realizzerà live una formella di ceramica di Caltagirone.

Un evento atteso – che svelerà le curiosità della filiera vitivinicola tra i sapori in degustazione e gli attrezzi in esposizione – organizzato da Vivi Vinum Pachino in collaborazione con la nuova Cooperativa di Comunità Le Terre di Ebe, con il patrocinio del Comune di Pachino, ed anche grazie al progetto Vino Connect Sicilia, l’acceleratore della filiera vitivinicola siciliana, in sinergia con la Bcc Pachino e la Bcc di San Cataldo, Federcasse, Confocooperative Sicilia, supportato da Azure Consulting e finanziato da Fondo Sviluppo Spa. Tra i momenti più attesi del programma c’è il concorso “La vendemmia nel Piatto”, che per questa terza edizione sarà volutamente dedicato al dolce: in gara ci saranno solo ricette che hanno tra i più importanti ingredienti non solo il vino, ma anche l’uva passa, il mosto e ogni derivato. C’è fermento anche per il Palio delle Botti e per la consegna del Premio “I vini dello Scagno” che coinvolgeranno nelle competizioni le etichette più stimate del territorio. Si potrà assistere alla pigiatura con danze tradizionali di donne e giovani studenti sui grappoli raccolti nelle contrade pachinesi. Sarà assegnato il Premio “La Pampina d’Oro” ad una personalità che per il suo valoroso impegno si è distinta nella comunità vitivinicola.


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