Il simbolo del Partito Democratico non sarà presente alle amministrative di giugno. La soffiata arriva da fonti ben accreditate all’interno della segreteria regionale del Partito Democratico che, chiamato a scegliere sul da farsi, a Pachino ha scelto di… non fare. Nel senso che la maggioranza del direttivo locale del Pd, che ha votato la mozione su Barbara Fronterrè, potrà aggregarsi a qualche altra lista o presentarne una propria, ma non potrà utilizzare il simbolo.
Cosa che non farà nemmeno Emiliano Ricupero, che del Pd è stato rappresentante in Consiglio comunale in questi due anni e che avrebbe voluto esserne il candidato ufficiale ma sarà supportato dal deputato regionale Tiziano Spada. Quella parte di Pd locale che era dalla sua parte continuerà ad esserlo, sia chiaro, ma anch’essi non potranno utilizzare il simbolo e resterà una candidatura civica.
A meno di un mese dalla chiusura dei giochi, Pachino sembra così essere diventata un laboratorio politico dove le sorprese non mancano e altre sembrano destinate ad arrivare. Perché se è dell’altro ieri la notizia dell’accordo di Sud chiama Nord e la coalizione che sostiene Giuseppe Gambuzza, candidato di Rinascita Pachino e Forza Italia, c’è ancora molto silenzio dal Movimento 5 Stelle, con la candidatura di Fabio Fortuna rimasta in stand-by. Barbara Fronterrè sembra poter raccogliere il supporto di alcune liste di centrodestra, mentre manca all’appello anche l’Mpa che, a fronte di un Centrodestra spaccato (Fdi è in corsa con Sebastiano Fortunato, Fi punta su Gambuzza), potrebbe anche decidere di non andare con nessuno dei due e stare al fianco della Fronterré.
E Pachino diventerebbe, ancor prima dei risultati che usciranno dalle urne, un caso da studiare approfonditamente.
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