La Direzione Investigativa Antimafia, in seguito a mirate indagini personali e patrimoniali, ha posto i sigilli ad un complesso imprenditoriale e patrimoniale di origine mafiosa. A seguito dell’accoglimento da parte della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania della proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale formulata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica di Catania e dal Direttore della D.I.A., il Centro Operativo etneo ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro di beni nei confronti di Salvatore Giuliano e di altri nove soggetti a questi vicini.
Salvatore Giuliano, classe 63′, inizia la sua carriera criminale sin da giovanissimo, i molteplici illeciti compiuti nel tempo, lo hanno portato a diventare vertice del consesso mafioso denominato per l’appunto clan Giuliano, operante principalmente nel comprensorio territoriale di Pachino e Portopalo di Capo Passaro e storicamente legato al clan catanese dei Cappello.
Personaggio dalla spiccata caratura criminale ed indiscussa pericolosità sociale, annovera una pluralità di delitti tra i quali, associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e molteplici delitti contro il patrimonio. Nel lungo percorso criminale che lo ha visto referente e protagonista nella figura di “capo mafia”, ha condizionato la libera scelta di un’intera comunità Pachino e territori limitrofi, con
particolare riferimento al mercato ortofrutticolo. In particolare, il boss Giuliano, assegnava ed impartiva gli ordini ai suoi sodali, quali l’intimidazione ai produttori e commercianti di prodotti ortofrutticoli della zona, la riscossione delle estorsioni, il versamento nelle casse del clan del denaro delle attività illecite per il quale venivano utilizzate società e imprese agricole create ad hoc, il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti e la gestione dei parcheggi in zone turistiche.
In ultimo, Salvatore Giuliano, è stato condannato con sentenza del 2022 alla pena di 24 anni di reclusione per i delitti di associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione.
Il Decreto di Sequestro eseguito in data odierna dagli uomini della Direzione Investigativa Antimafia, ha permesso di porre i sigilli ai beni a vario titolo riconducibili al proposto ed in particolare 1 impresa individuale e la totalità dei beni aziendali e strumentali, 1 società di capitali e l’intero compendio aziendale della stessa, 1 autovettura, 24 beni immobili (terreni e fabbricati) intestati alle persone fisiche, rapporti bancari e postali di valore non inferiore ad euro 1.000,00, per un valore complessivo presunto di circa 3.000.000,00 euro.
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